Partendo dal presupposto che entrambi gli zodiaci sono validi e che partono solo da due punti di osservazione differenti, andando quindi a lavorare su due livelli diversi, ogni astrologo sceglie quello che sente più congeniale, anche in base al tipo di lettura che vuole fornire.
“Sebbene oggettivamente la Terra si muova attorno al Sole in un'orbita ellittica, sulla Terra vediamo soggettivamente il Sole che sembra muoversi attorno alla Terra. Il percorso di questo movimento è chiamato eclittica. I movimenti dei pianeti usati in Jyotish sono confinati in una fascia nel cielo che si estende per circa otto gradi sia a nord che a sud dell'eclittica, come si vede dalla Terra. Questa fascia limitata di cielo all'interno della quale i pianeti sono costretti a vagare ("pianeta" in greco significa "vagabondo") è lo zodiaco, che è diviso in 360 gradi (°).
Sebbene esista una sola eclittica e (di conseguenza) un solo zodiaco, a quest'ultimo vengono dati due nomi diversi per differenziare due modi di misurare lungo lo stesso cerchio: lo zodiaco tropicale e lo zodiaco siderale. Ogni cerchio di questi zodiaci contiene 360° e ciascuno è diviso dagli astrologi in dodici segmenti uguali di 30 gradi ciascuno. Le dodici divisioni dello zodiaco tropicale sono conosciute come segni e le dodici divisioni dello zodiaco siderale sono conosciute come costellazioni.
La maggior parte degli astrologi non asiatici usa l'equinozio di primavera (la posizione apparente del Sole all'inizio della primavera) come punto di partenza per le loro misurazioni lungo lo zodiaco. A causa di alcuni complessi fenomeni astronomici, il punto dell'equinozio di primavera cambia leggermente ogni anno, allontanandosi sullo sfondo dello zodiaco siderale a una velocità approssimativa di un grado ogni 72 anni. Quindi, se la primavera è iniziata nel punto 'X' in relazione allo zodiaco siderale nell'anno 1938, comincerà in un punto 'X-1' nell'anno 2010 perché l'equinozio di primavera si sarà spostato nella direzione opposta all’apparente direzione usuale del moto dei pianeti. Questa è chiamata la Precessione degli Equinozi.
Poiché l'equinozio di primavera si muove sullo sfondo delle stelle fisse dello zodiaco, gli astrologi della maggior parte delle culture antiche, inclusa l'India, preferivano la misurazione lungo lo zodiaco da un punto di partenza più stabile in relazione alle stelle zodiacali che non l'equinozio di primavera. Questo zodiaco è noto come zodiaco fisso o siderale (sidereo significa 'appartenente alle stelle'), mentre lo zodiaco misurato dal punto dell'equinozio di primavera, che si muove rispetto alle stelle fisse, è chiamato zodiaco mobile o tropicale (tropicale significa 'appartenente alla rotazione', che si riferisce alla rotazione del Sole al momento degli equinozi).
I Jyotishi chiamano il primo nirayana chakra (approssimativamente, "la ruota senza movimento") e il secondo sayana chakra ("la ruota mobile").
Lo zodiaco siderale utilizza stelle fisse, singolarmente o in gruppi, come indicatori per identificare i suoi diversi segmenti lungo la fascia dello zodiaco in modo tale che ogni segmento di 30° contenga al suo interno la maggior parte o tutto un gruppo identificabile di stelle fisse noto come costellazione. Lo zodiaco tropicale misura i suoi segni dal punto dell'equinozio di primavera, che cambia ogni anno in relazione alle costellazioni. Questi segni non hanno nulla in comune con le costellazioni da cui hanno preso il nome tranne appunto i nomi. Quelli con una formazione in Astrologia Occidentale devono quindi fare attenzione a non confondere queste costellazioni dello zodiaco siderale con i segni dello zodiaco occidentale. I segni zodiacali e le costellazioni attualmente in uso sono (in ordine dall'inizio dello zodiaco): 1 - Ariete; 2 - Toro; 3 - Gemelli; 4 - Cancro; 5 - Leone; 6 - Vergine; 7 - Bilancia; 8 - Scorpione; 9 - Sagittario; 10 - Capricorno; 11 - Acquario; 12 - Pesci.
Una volta ogni 25.800 anni circa, i punti di partenza dello zodiaco siderale e tropicale coincidono. Dopo questa coincidenza, questi punti si separeranno l'uno dall'altro del suddetto grado di arco approssimativo ogni 72 anni. La distanza tra i punti di partenza dello zodiaco siderale e tropicale in un dato momento è conosciuta in sanscrito come ayanamsha (più o meno, "la porzione del movimento").”
(Da “Light on Life” - H. de Fouw & R. Svoboda, ed. Lotus Press)
La grafica della carta nell’Astrologia Indiana (a forma quadrata) è diversa da quella più conosciuta dell’Astrologia Occidentale (a forma circolare).
Nell’immagine inoltre si possono vedere i due diversi stili più utilizzati: la carta con lo stile del Nord (a rombi) in cui le Case sono fisse e la carta con lo stile del Sud (a quadrati) in cui i Segni sono fissi (quella che utilizzo io).
In questo articolo però non entrerò nello specifico di questi due stili, ma vorrei semplicemente darti delle informazioni per poter calcolare la tua carta con lo Zodiaco Siderale.
puoi digitare in un motore di ricerca “Vedic Astrology chart calculator” e vedrai apparire una marea di risultati, tutti discretamente validi
tra questi ne ho scelto uno da segnalarti perché particolarmente semplice ed immediato: https://www.vedicastrology.us.com/index.php/about-mickey/about-vedic-astrology/calculate-your-vedic-astrology-chart
Ovviamente l’interpretazione della carta necessita poi di un’astrologa/o, puoi comunque cominciare già a notare le differenze che ci sono rispetto ad una carta occidentale.
Sebbene la Legge del Karma sia conosciuta semplicemente come - "come semini, così raccoglierai" - non è una teoria semplicistica (occhio per occhio), né è una creazione umana arbitraria. La Legge del Karma è un altro nome del Terzo Principio della Dinamica di Newton: "Per ogni azione c'è una reazione uguale e contraria".
I Karma sono divisi in quattro categorie: Sanchita (una raccolta di tutti i Karma), Prarabdha (i Karma pronti per essere sperimentati), Kriyamana (Karma attuali) e Agama (Karma in avvicinamento).
1. Sanchita Karma
Sanchita Karma ("tutti i Karma accumulati") è la somma totale di tutte le azioni passate che un essere ha compiuto nelle diverse vite e che sono state salvate nel suo profilo karmico.
Poiché ogni azione ha un risultato che deve essere sperimentato anche dall'esecutore dell'azione originale, le reazioni che non saranno sperimentate prima del momento della morte, lo saranno inevitabilmente in una futura incarnazione e il Karma prodotto andrà a far parte del Sanchita Karma.
2. Prarabdha Karma
Il Prarabdha Karma è quella porzione di Sanchita Karma che è pronta per essere vissuta da un individuo durante la sua vita; rappresenta l'effetto attuale delle azioni passate che appaiono come fato o destino.
Sarebbe impossibile affrontare il Sanchita Karma tutto in una volta, perché è troppo (infatti non è in grado di vederlo neanche l’Astrologia); affiorerà in qualsiasi momento solo quella parte - Prarabdha Karma - che è “diventata matura” per l'esperienza (ed è ciò che si vede in un oroscopo).
3. Kriyamana Karma
Il Kriyamana Karma è quello che stiamo creando con le azioni in corso. Le persone non sono semplici burattini, manipolati meccanicamente dagli effetti delle loro azioni passate; possiamo, esercitando la nostra volontà, creare nuove azioni nel presente. Sanchita e Prarabdha Karma sono in un certo senso 'destinati', o 'legati al fato', perché sono il prodotto di azioni passate che sono maturate. Il Kriyamana Karma è ciò che facciamo, in ogni momento, con la nostra capacità di volere e di creare; è il nostro 'libero arbitrio'.
4. Agama Karma
Gli Agama Karma, le nuove azioni che prendi in considerazione come risultato dell'intuizione, rappresentano la tua capacità di prevedere azioni future, indipendentemente dal fatto che tu scelga di metterle in atto o meno.
Si dice che per avere successo devi pianificare il tuo lavoro e far funzionare il tuo piano; il primo è un Agama Karma, il secondo un Kriyamana Karma.
COMPLESSITÀ KARMICHE
I Jyotishi tentano nelle loro analisi di interpretare le varietà e le intensità dei Karma di una persona in particolari domini della vita. Si presume che i Sanchita Karma formino uno sfondo karmico costante che non è del tutto comprensibile con i mezzi ordinari, Jyotish incluso. È il Sanchita Karma che spinge gli indiani a sostenere che le vie del Karma sono insondabili. Prarabdha, Kriyamana e Agama Karma sono, tuttavia, conoscibili attraverso Jyotish.
Jyotish presume che la condizione umana derivi sempre da un'interazione dinamica tra destino e libero arbitrio. Il destino è un'espressione non dannosa dei Karma Sanchita e Prarabdha, e il libero arbitrio è il risultato dei Karma Kriyamana e Agama. Agama e Kriyamana Karma si evolvono eternamente in Sanchita e Prarabdha Karma con il passare del tempo, l'asse che gira la grande ruota del Karma. Ciò che è stato fatto oggi per libero arbitrio funge da causa di ciò che domani sarà vissuto come destino. Sebbene nessuno sia governato dal solo destino, può sembrare così fino a quando non emergerà il vero libero arbitrio. Solo quando emerge il libero arbitrio, la quantità e la qualità degli sforzi investiti nel modificare una situazione possono eguagliare o superare la quantità e la qualità degli sforzi che hanno creato la situazione; solo allora si può ottenere la trasformazione, in opposizione al semplice cambiamento nella vita. In altre parole, la trasformazione può avvenire solo quando l'Agama e il Kriyamana Karma neutralizzano il Sanchita e il suo Prarabdha Karma che si sta attualmente materializzando. La quantità e la qualità dello sforzo richiesto per alterare i Karma precedenti dipende dall'intensità del Prarabdha Karma.
(Da “Light on Life” - H. de Fouw & R. Svoboda, ed. Lotus Press)
La scienza Vedica riconosce tradizionalmente quattro scopi o obiettivi legittimi della vita umana: Dharma, Artha, Kama e Moksha.
• DHARMA significa "principio o legge" e si riferisce alla realizzazione del nostro giusto scopo nella vita. Comprende l'onore o il riconoscimento che otteniamo attraverso le nostre azioni a livello personale e professionale, in particolare attraverso la carriera. Si riferisce a principi più ampi di verità e retta azione.
• ARTHA significa "raggiungimento degli obiettivi" e si riferisce specificamente all'acquisizione di risorse materiali necessarie per realizzare il proprio Dharma nella vita. Si riferisce al reddito e alla ricchezza che permette di vivere felicemente.
• KAMA significa letteralmente "desiderio" e si riferisce al nostro bisogno di felicità emotiva e sensoriale. In quanto tale, potremmo chiamarlo "piacere". Tutto ciò che facciamo nella vita dovrebbe essere piacevole e non causare dolore a noi ed agli altri.
• MOKSHA significa "libertà o liberazione" e si riferisce al nostro bisogno di crescita spirituale, inclusa la trascendenza dei tre valori inferiori di cui sopra. Tutti noi dobbiamo cercare di trascendere chi siamo, fino a diventare una sola cosa con il tutto.
L'astrologia Vedica riconosce la validità di tutti e quattro gli obiettivi ed è orientata a facilitare l'essere umano nel raggiungimento di ciascuno di essi. Eppure nella scienza Vedica i primi tre, carriera, ricchezza e piacere sono subordinati all'ultima, liberazione spirituale. La liberazione è l'obiettivo primario ed essenziale di tutti gli esseri umani. Senza di essa, gli altri obiettivi non hanno alcun significato reale. Gli altri ne sono solo un supporto e non hanno validità in se stessi.
Un astrologo che usa il sistema Vedico dovrebbe quindi fornire una visione completa di tutti i domini della vita. Tuttavia dovrebbe concentrarsi sulla liberazione e sulla vita spirituale. Questo non significa assumere il ruolo di un guru, ma mostrare gli usi superiori che possono essere fatti delle energie e delle circostanze planetarie nella propria vita.
Dal punto di vista Vedico, un diagramma che è buono per la liberazione, ma non per gli altri domini della vita è un diagramma migliore da avere rispetto a uno che è buono per gli obiettivi minori ma non per la vita spirituale.
“L’Astrologia dei Veggenti”, David Frawley - Edizioni Vidyananda
Dalla grande Natura, chiamata in sanscrito Prakriti, nascono le tre qualità principali o Guna che sono: sattva, rajas e tamas.
Sattva è la qualità superiore ed ha la natura della luce, della leggerezza, della chiarezza, dell'armonia, dell'equilibrio e dell'intelligenza. È la qualità divina che produce il movimento dell'anima verso l'alto. Crea pace, amore, fede e spinge l'essere umano verso la sua vita spirituale.
Rajas è la qualità intermedia ed ha la natura dell'energia, dell'azione, della turbolenza, della distrazione, del disturbo, della violenza e della passione. È la qualità demoniaca (asurica) che tiene l'anima nei mondi intermedi. crea aggressività, competizione, contrasto, dolore e fa sì che l'essere umano cerchi i conseguimenti e le acquisizioni del mondo come scopo principale della vita.
Tamas è la qualità inferiore ed ha la natura dell'inerzia, dell'oscurità, dell'ottusità, dell'ostruzione, della pesantezza e della pigrizia. È la qualità animale che incatena l'anima ai regni più bassi ed incoscienti. Produce schiavitù, rovina, assoggettamento, d'istruzione e fa sì che l'essere umano diventi dannoso, inutile, improduttivo e stupido.
In natura ciascuna di queste tre qualità è necessaria. Tamas dà stabilità, come nel caso della terra e del corpo fisico. Rajas dà energia, come nel caso dell'atmosfera e del corpo vitale. Sattva dà luce, come nei cieli e nella mente.
Rajas e tamas però non appartengono per natura al dominio della mente né vi funzionano correttamente. La mente è il regno naturale del sattva. Tamas è l'ignoranza e la mancanza d'attenzione che vela la mente. Rajas alimenta il desiderio e la fantasia che vengono proiettati tramite esso.
L'evoluzione spirituale consiste nella riduzione del rajas e del tamas e nell'incremento del sattva. Quando il sattva è puro, consente la percezione della nostra vera natura divina, mediante la quale andiamo oltre il mondo esteriore.
Le tre qualità sono in genere attribuite ai pianeti nel seguente modo:
Sattva Sole, Luna e Giove
Rajas Mercurio e Venere
Tamas Marte, Saturno, Rahu e Ketu
“L’Astrologia dei Veggenti”, David Frawley - Edizioni Vidyananda
I Periodi Planetari sono una peculiarità dell'Astrologia Vedica e forniscono un sistema facile e completo per valutare come i pianeti distribuiscano i loro influssi nel tempo e nelle diverse fasi delle nostre vite.
Possono indicare i mutamenti principali nella nostra vita e nel nostro carattere: la maggior parte di noi infatti è periodicamente soggetta a cambiamenti importanti. In determinati periodi alcuni di noi cambiano personalità in maniera anche drammatica e i Periodi Planetari possono darci la chiave di lettura di questi avvenimenti.
Per determinare i Periodi Planetari vengono utilizzati sistemi diversi, ma il più comune è il Vimshottari Dasha o “ciclo di 120 anni”. In esso a ciascuno dei sette pianeti principali, più i due Nodi Lunari, viene attribuito un periodo che va dai 6 ai 20 anni.
Ketu… 7 anni
Venere… 20 anni
Sole… 6 anni
Luna… 10 anni
Marte… 7 anni
Rahu… 18 anni
Giove… 16 anni
Saturno… 19 anni
Mercurio... 17 anni
L'ordine è identico a quello del governo delle Costellazioni Lunari (Nakshatras), poiché i periodi si basano su di esse. Per trovare il Periodo Maggiore (Maha Dasha) iniziale infatti bisogna vedere in quale Costellazione Lunare (Nakshatra) si trova la Luna al momento della nascita e il pianeta che la governa.
Per esempio se la Luna si trova nella Costellazione Lunare “Bharani” che è governata da Venere, allora il primo Periodo Planetario sarà quello di Venere e gli altri seguiranno seguendo l’ordine prima descritto. (Ci sarebbero poi dei calcoli da fare per capire in quale punto esatto del Periodo di Venere ci si trova, ma non è questa la sede per parlarne)
I Periodi Maggiori (Maha Dasha) sono poi suddivisi nei Periodi Minori (Bhukti Dasha) che seguono lo stesso ordine… e volendo si possono suddividere questi ultimi in sotto-periodi (Antar Dasha) e così via…
Una volta individuato il pianeta che governa il Periodo Planetario che si sta attraversando, è importante studiare la sua natura, che case governa, il suo dispositore (pianeta che governa il segno in cui risiede), con quali pianeti e congiunto o in aspetto, in che rapporto è con il governatore del Periodo Minore, dove sta transitando e chi sta transitando su di lui nel Tema Natale…
Insomma, immagino sempre il Periodo Planetario di un pianeta come un “occhio di bue” (la luce, non l’uovo) puntato su di esso, la star del momento.
È una configurazione astrologica che incide negativamente sulla vita matrimoniale dell'individuo e sull'armonia domestica.
Il Kuja Dosha si verifica ogni volta che Marte occupa la prima, la quarta, la settima, l’ottava o la dodicesima casa (per alcuni astrologi anche la seconda) in un oroscopo. È unico tra gli yoga (= combinazioni planetarie) in quanto viene calcolato non solo dall'ascendente, ma anche dalla Luna e da Venere, ed è considerato particolarmente virulento quando ricorre da tutte e tre le posizioni.
È probabilmente il graha yoga più noto tra il grande pubblico in India e molti indiani evitano ancora accuratamente di sposare qualcuno con il Kuja Dosha.
Marte nella prima casa può rendere il nostro comportamento aggressivo o litigioso. Nella settima casa può provocare conflitto nel rapporto e la ricerca del predominio. Nell'ottava casa può dare una forte spinta sessuale o indicare la morte prematura del partner. Nella quarta casa può indicare un inconscio aggressivo o una natura emotiva. Marte nella dodicesima casa può mostrare una passione nascosta o lo sperpero delle energie vitali (nella seconda casa inasprisce la vita familiare).
Non bisogna però preoccuparsi inutilmente quando si scopre questa combinazione in un oroscopo. Poiché metà di tutti gli oroscopi possiedono questa configurazione, se il Kuja Dosha non potesse essere mitigato, i suoi terribili risultati, inclusa la morte prematura del compagno di vita, si verificherebbero in una maggioranza sostanziale della popolazione e non è così.
Le eccezioni al Kuja Dosha sono quindi molto importanti:
Questo Yoga non si attiva quando Marte è in prima casa nel segno dell'Ariete, in quarta casa nel segno dello Scorpione, in settima casa nel segno del Capricorno o dei Pesci, in ottava casa nel segno del Cancro, in dodicesima casa nel segno del Sagittario.
In generale, chiunque abbia un Kuja Dosha può tranquillamente sposare chiunque abbia un Kuja Dosha di forza approssimativamente uguale, perché le due combinazioni si cancelleranno a vicenda.
La difficoltà sta nel fatto che i meccanismi di Kuja Dosha sono tali per cui ci si sente attratti da un partner che per sua natura non può amalgamarsi, né essere compatibile e non ci si sente attratti invece da chi ha la stessa conformazione.
Una tradizione dice che anche il più forte Kuja Dosha si risolve una volta che l’individuo arriva all'età di trent'anni perché Marte raggiunge la maturità all'età di ventotto anni. I matrimoni contratti da queste persone prima dei ventotto anni di solito finiscono infelicemente.
La presenza della Luna nella casa occupata da Marte (che crea un Chandra Mangala Yoga) annulla anche il Kuja Dosha.
Premetto che non è mia intenzione fornire in questo articolo la spiegazione dei vari Chakra che potete trovare, sicuramente fatta meglio, in moltissimi siti. Il mio intento è solo quello di illustrare come tutti i Chakra siano abbinati ai Pianeti e ai Segni Zodiacali.
Non tutti gli astrologi concordano con questa associazione, ma è quella che ho studiato, che condivido e che mi dà riscontri positivi.
IL PRIMO CHAKRA (Muladhara)
Il primo Chakra è situato alla base della spina dorsale, viene detto anche Chakra radice; è abbinato all'elemento Terra, al colore rosso, ai bisogni materiali e alla sicurezza personale.
Il primo Chakra è associato a SATURNO e quindi ai due segni governati da questo pianeta: Capricorno e Acquario. La presenza di pianeti difficili in questi segni ci indica che molto probabilmente anche il primo Chakra non sarà in equilibrio.
La pietra che viene utilizzata per riequilibrare il primo Chakra è il DIASPRO ROSSO.
Marte è esaltato in Capricorno e quindi nel Chakra radice; è il punto di massimo potenziale espressivo dell'energia di fuoco (energia per fare e realizzare le cose).
IL SECONDO CHAKRA (Svadhishtana)
Il secondo Chakra è situato nel basso ventre, è abbinato all'elemento Acqua, al colore arancio, alla sessualità, al desiderio e alla capacità di provare emozioni.
Il secondo Chakra è associato a GIOVE e quindi ai due segni governati da questo pianeta: Sagittario e Pesci. La presenza di pianeti difficili in questi segni ci indica che molto probabilmente anche il secondo Chakra non sarà in equilibrio.
La pietra che viene utilizzata per riequilibrare il secondo Chakra è la CORNIOLA.
Venere è esaltata in Pesci e quindi nel secondo Chakra; questo spiega il rapporto di Venere con il sesso e indica il bisogno di mantenere la nostra energia creativa in armonia con l'amore e le aspirazioni.
IL TERZO CHAKRA (Manipura)
Il terzo Chakra è situato nel Plesso Solare, è abbinato all'elemento Fuoco, al colore giallo, alla volontà e alla realizzazione personale.
Il terzo Chakra è associato a MARTE e quindi ai due segni governati da questo pianeta: Ariete e Scorpione. La presenza di pianeti difficili in questi segni ci indica che molto probabilmente anche il terzo Chakra non sarà in equilibrio.
La pietra che viene utilizzata per riequilibrare il terzo Chakra è il QUARZO CITRINO.
Il Sole è esaltato in Ariete e quindi nel terzo Chakra (non per niente viene chiamato plesso solare) ben noto come sede dell'energia solare e di fuoco. È qui che l'energia solare della testa deve essere integrata con la volontà vitale.
IL QUARTO CHAKRA (Anahata)
Il quarto Chakra è situato all'altezza del cuore, è abbinato all'elemento Aria, al colore verde (e rosa), all'amore incondizionato e all'armonia degli opposti.
Il quarto Chakra è associato a VENERE e quindi ai due segni governati da questo pianeta: Toro e Bilancia. La presenza di pianeti difficili in questi segni ci indica un disequilibrio anche a livello del quarto Chakra.
Le pietre che vengono utilizzate per riequilibrare il quarto Chakra sono il QUARZO ROSA e l’AVVENTURINA VERDE.
La Luna è esaltata in Toro, il segno di Venere e nel quarto Chakra. Il rapporto tra la Luna ed il cuore è ben noto. Questo è il luogo di massima recettività ed apertura.
IL QUINTO CHAKRA (Vishuddha)
Il quinto Chakra è posizionato all'altezza della gola, è abbinato all'elemento Etere, al colore azzurro, alla comunicazione e all'espressione creativa, oltre alla capacità di ascolto di se stessi e degli altri.
Il quinto Chakra è associato a MERCURIO e quindi ai due segni governati da questo pianeta: Gemelli e Vergine. La presenza di pianeti difficili in questi segni ci indica un disequilibrio anche a livello del quinto Chakra.
La pietra che viene utilizzata per riequilibrare il quinto Chakra è l'ACQUA MARINA.
Mercurio è esaltato in Vergine, il suo segno, e nel Chakra della gola. Questo è il luogo del linguaggio ed anche quello della nostra massima vulnerabilità e mostra come facciamo entrare o uscire le cose dalla bocca.
IL SESTO CHAKRA (Ajna)
Il sesto Chakra è posizionato all'altezza del terzo occhio, il punto tra le sopracciglia, è abbinato alla luce, ai colori indaco e viola, all'intuizione, all'immaginazione creativa e alla chiarezza.
Il sesto Chakra è associato alla Luna e al Sole e quindi ai due segni governati da questi pianeti: Cancro e Leone. La presenza di pianeti difficili in questi segni ci indica un disequilibrio anche a livello del sesto Chakra.
La pietra che viene utilizzata per riequilibrare il sesto chakra è l'AMETISTA.
Giove è esaltato nel Cancro, il segno della Luna e nel sesto Chakra. Questo è il punto del massimo potenziale dell'energia acqua e dei processi creativi ed anabolici del corpo. Indica il lato spirituale di Giove e la sua funzione come Guru o guida, come maestro del sistema solare e come indicatore della legge e della fede. È il punto di massima aspirazione nella vita.
IL SETTIMO CHAKRA (Sahasrara)
Il settimo Chakra, detto anche Chakra Corona, si colloca al di fuori di questo sistema, poiché trascende i sei Chakra ed il movimento del tempo.
CHE COS'È:
È detto anche Ritorno Solare, cioè la fotografia del cielo nel momento in cui il Sole torna ad occupare esattamente gli stessi gradi in cui si trovava al momento della nostra nascita. È probabile che ciò avvenga proprio nel giorno del nostro compleanno, ma può accadere anche il giorno prima o il giorno seguente.
La carta che si va a formare sarà lo schema energetico che ci accompagnerà nei 12 mesi tra un compleanno e l’altro. Ovviamente, rispetto al Tema Natale, la distribuzione dei pianeti sarà diversa, la sola cosa che rimarrà invariata sarà appunto la posizone del Sole nel Segno, anche se potrebbe venire a trovarsi in una Casa differente.
A COSA SERVE:
Il Varshphal ci permette di individuare quali saranno le energie in gioco ed i settori più sollecitati in questo preciso arco di tempo.
Naturalmente il suo scopo non è quello di darci una previsione immutabile degli eventi dell'anno, ma di prepararci ad affrontare queste energie in modo più consapevole.
Il Tema Annuale (Varshphal) non può andare contro le indicazioni presenti nel Tema Natale (per esempio se nel Tema Annuale è riportata una bancarotta che però non è segnalata nel Tema Natale, questa potrebbe manifestarsi semplicemente come lieve difficoltà finanziaria) ed è per questo che prima di poter studiare il Ritorno Solare è necessario aver letto il Tema Natale della persona.
IL VARSHPHAL "A Modo Mio":
Nella lettura del Varshphal inserisco anche l'analisi del Periodo Planetario (Mahadasha) e dei Transiti più importanti dell’anno per avere un quadro completo di tutte le energie in gioco.
Se ogni Segno zodiacale di 30˚ viene diviso in 9 parti (questo serve per la costruzione di un'importantissima carta divisionale chiamata Navamsha) avremo come risultante delle porzioni di 3˚20’ ciascuna.
30º/9 = 3º20′
Allo stesso modo se ogni Nakshatra (o segno Lunare) di 13˚20’ viene divisa in 4 parti (le 4 parti del giorno lunare: alba, mezzogiorno, tramonto, mezzanotte) avremo come risultante delle porzioni di 3˚20’ ciascuna.
13º20’/4 = 3º 20′
Il Segno zodiacale (associato al Sole - il Padre) viene diviso in 9 parti; la nona casa è associata al Padre (Sole).
La Nakshatra (associata alla Luna - la Madre) è divisa in 4 parti; la quarta casa e’ associata alla Madre (Luna).
Il risultato dei due Mandala, quello Solare e quello Lunare è quindi una suddivisione in 108 porzioni chiamate “pada” da 3˚20’ ciascuno.
360/3˚20’ = 108
12 segni x 9 parti = 108
27 Nakshatra x 4 parti = 108
Ciò spiega l'importanza del numero 108 nell'Astrologia Vedica, il suo legame con l'unione delle 2 energie maschile e femminile e il suo significato di "Chiusura di un Ciclo".
Inoltre:
La distanza tra Terra e Sole è circa 108 volte il diametro del Sole
La distanza tra Terra e Luna è circa 108 volte il diametro della Luna.
Il diametro del Sole è 108 volte il diametro della terra.
Ecco perché in apparenza il Disco Solare e quello Lunare ci appaiono della stessa grandezza, nonostante siano di dimensioni differenti. Proprio perché il rapporto tra la loro distanza dalla terra e il loro diametro è simile e tale rapporto è espresso dal numero 108.
Nell’induismo, 108 rappresenta la somma totale di tutti i desideri e le passioni umane che tengono le persone legate al ciclo della reincarnazione. Questo numero rappresenta il completamento di un ciclo, come la rinascita. Significa anche illuminazione e liberazione dalla sofferenza. Si ritiene che recitare il suono “Om” 108 volte fornisca pace e protezione spirituale. Per questo sono 108 i grani di una Mala (rosario usato per contare la ripetizione dei mantra).